Sovranità Alimentare e le Sfide del Vino
- Chain4italy
- Gennaio 10, 2024
- Attualità
Si parla tanto di Sovranità alimentare. Oggi ti offriamo uno spunto di riflessione in questo articolo. Buona lettura!
Nel mondo del vino, la fiducia è un ingrediente tanto essenziale quanto l’uva stessa. Recentemente, però, questa fiducia è stata messa alla prova, specialmente dopo le rivelazioni di “Report” nella puntata “Piccoli Chimici”, che hanno sollevato dubbi sulla genuinità e le metodologie di produzione nel settore vitivinicolo.
Noi siamo convinti che ogni goccia di vino racconti la storia di un territorio, di una tradizione, di una comunità. Questo non è soltanto cuore di Chain4Italy ma della sovranità alimentare, un diritto che ci riconnette con l’origine e l’essenza dei nostri alimenti.
Sovranità Alimentare, di cosa si tratta?
La sovranità alimentare è il diritto dei popoli ad alimenti nutritivi e culturalmente adeguati, accessibili, prodotti in forma sostenibile ed ecologica, ed anche il diritto di poter decidere il proprio sistema alimentare e produttivo.
Questo pone coloro che producono, distribuiscono e consumano alimenti al centro dei sistemi e delle politiche alimentari e al di sopra delle esigenze dei mercati e delle imprese. Difendendo gli interessi e l’integrazione delle generazioni future.
La sovranità alimentare dunque rappresenta il diritto dei popoli a definire autonomamente politiche alimentari sostenibili, ponendo al centro piccoli produttori e consumatori anziché i grandi mercati. Questa nozione trova una sua specifica applicazione nel settore vitivinicolo, dove la produzione e la conservazione di varietà autoctone sono essenziali.
Carlo Petrini, Slow Food: “È la stella polare per affrontare la rigenerazione dell’agricoltura nel mondo. È un concetto per cui si battono da anni tanti movimenti, compreso Slow Food”.
Nella stessa intervista, Carlo Petrini sottolinea come la sovranità alimentare valorizzi i prodotti del territorio e la biodiversità, dando autonomia e riconoscimento agli agricoltori e, come evidenzia Barbara Nappini “supportando e promuovendo in tutto il mondo i sistemi locali del cibo, fortemente legati ai territori, basati sulle connessioni, sulle comunità, in grado di combattere lo spreco alimentare, di valorizzare la produzione di piccola e media scala e di proteggere la biodiversità. Sistemi di produzione a bassi input esterni e ad alto tasso di competenze, creatività e buone pratiche”.
Il quadro misto italiano
Le statistiche sulla sovranità alimentare in Italia mostrano un quadro misto. Da un lato, siamo autosufficienti in alcuni settori chiave. Siamo in grado di soddisfare i nostri bisogni in termini di carni avicole e uova, vino, acque minerali, riso (importando solo il 5%), latte e formaggi (importando il 6%) e ortofrutta trasformata (con il 16% delle materie prime acquistate sui mercati internazionali).
D’altro canto, esistono settori in cui l’Italia non è autosufficiente. Per esempio, importa il 40% dei grani necessari per la produzione della pasta, un simbolo del Made in Italy. Allo stesso modo, il 60% dell’olio d’oliva consumato proviene dall’estero.
Altri prodotti per i quali l’Italia dipende in larga misura dalle importazioni includono farine (45%), prodotti da forno (28%), conserve ittiche (95%), carni preparate e salumi (40%), e alimentazione animale (65% dei mangimi).
L’Italia è inoltre completamente dipendente dall’estero per il caffè e il cioccolato.
Le sfide del Vino
Tornando al vino, la produzione annuale si aggira intorno ai 45 milioni di ettolitri, con un profitto di circa 200 milioni di euro.
La domanda che ci poniamo in Chain4Italy e che merita una riflessione approfondita è: come possiamo bilanciare le esigenze di un mercato globale in evoluzione con la preservazione della biodiversità e delle tradizioni locali?
Le sfide principali che il settore vitivinicolo italiano affronta in termini di sovranità alimentare sono molteplici e complesse. Alcuni dei problemi chiave includono:
- Squilibrio tra Offerta e Domanda: Una sfida significativa è l’eccesso di produzione rispetto alla domanda, sia interna che estera. Questo porta a giacenze di fine campagna che si sommano alla produzione dell’anno successivo, provocando squilibri di mercato e competizione internazionale.
- Diversità nella Struttura delle Imprese: Il settore vinicolo italiano è caratterizzato da un’ampia varietà di imprese, dalle piccole aziende familiari alle grandi cooperative. Questa diversità comporta sfide in termini di accesso ai fondi comunitari e capacità di competere efficacemente sul mercato, soprattutto per le imprese di dimensioni intermedie che non riescono a sfruttare le economie di scala o a sviluppare strategie di nicchia.
- Problemi di Competitività e Impatto Territoriale: Alcuni problemi di competitività includono la dinamica dell’export, guidata principalmente dagli spumanti, e una crescita del valore unitario dell’export inferiore alle attese. Inoltre, vi sono squilibri territoriali significativi e importazioni crescenti, sebbene limitate in volume. L’impatto ambientale della produzione e l’adesione insufficiente a protocolli di sostenibilità sono altri elementi critici.
Per affrontare queste sfide, è necessario un approccio che includa strategie di adattamento alle normative comunitarie, incentivi per la sostenibilità, miglioramenti nella gestione della filiera e un impegno nella valorizzazione dei prodotti locali e nella promozione di pratiche sostenibili. La sovranità alimentare nel settore vitivinicolo richiede quindi un equilibrio tra sostenibilità, innovazione e rispetto delle tradizioni e dei terroir locali.
Sovranità Alimentare, Chain4Italy e la Fiducia
La puntata di “Report” ha messo in luce le preoccupazioni dei consumatori riguardo la qualità e la sicurezza dei vini, minando la fiducia verso un settore tradizionalmente celebrato per la sua eccellenza. Quindi alle sfide si aggiunge anche quella di ristabilire la fiducia dei consumatori tramite pratiche responsabili e trasparenti.
In questo contesto, il ruolo di Chain4Italy va oltre la tracciabilità dei prodotti: ci impegniamo a promuovere una cultura di responsabilità sociale, dove ogni tappa della produzione del vino è segnata da un impegno per la qualità, l’etica e la sostenibilità.
Grazie alla tracciabilità come la intendiamo noi, la prossima volta che alzerai un calice di vino, penserai non solo al suo sapore, ma anche alle storie, alle persone e ai paesaggi che lo hanno reso un simbolo dell’eccellenza italiana nel mondo.
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